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PROFILO RADIOGRAFICO

 


Differenza tra il profilo radiografico e lo snodo con il centro fisso.
Si può notare come la sagoma del modello, al chiudersi della flessione, si porta in avanti ed in alto.
Da studi recenti si è stabilito che lo spostamento in alto corrispondeva ad un valore medio di 13.4 mm.

 


Differenza tra il profilo radiografico e lo snodo con il doppio centro.

L'ombra del modello, a fine flessione, si
trova in una posizione marcatamente arretrata ed addirittura più in basso rispetto al piatto tibiale disegnato dal profilo radiologico.

 


Differenza tra il profilo radiografico e lo snodo con il centro saltato.

Il modello alla fine della flessione si trova in una posizione notevolmente avanzata e sollevata rispetto al profilo radiografico.

 


Differenza tra il profilo radiografico e lo snodo con il centro variabile di rotazione
KTJ©.

In ogni fase della flessione il modello si trova sempre in una posizione molto simile a quella del profilo radiologico.

 

CONCLUSIONI

Dalla nostra indagine risulta evidente che il ginocchio ha un moto roto-traslatorio durante il quale, dopo i 30° di flessione, il condilo femorale scivola anteriormente ed in modo progressivo sul piatto tibiale. Tale moto, quindi, dovrebbe essere riproposto in qualunque tipo di apparecchiatura o snodo meccanico che, per problemi fisioterapici, deve accompagnare il ginocchio nel suo movimento.
Al contrario, se il ginocchio viene vincolato ad un'articolazione meccanica che non riproduce tale moto roto-traslatorio, i capi articolari tenderanno ad essere trascinati dallo stesso dispositivo sulla traiettoria di quest'ultimo, creando all'interno del ginocchio degli allontanamenti con tensioni che si scaricano sulle strutture articolari quali i legamenti, in particolare i crociati, la capsula, i menischi e le cartilagini.
Dalla nostra indagine risulta che lo snodo a centro di rotazione variabile è quello che meglio propone un movimento che riproduce la gerarchia di intervento tra la progressività dei moti di rotolamento e di scivolamento. Questo fa sì che la gamba ed il supporto meccanico a lei collegato, restino perfettamente su traiettorie parallele in modo che, in qualsiasi fase del movimento, ogni punto di contatto gamba-dispositivo meccanico resti sempre perfettamente corrispondente. Ciò evita qualsiasi tipo di trazione del dispositivo meccanico sulle strutture deboli articolari ed evita l'insorgenza di tensioni all'interno del ginocchio.
In conclusione vogliamo far riferimento ai punti principali che sono riportati nel “Decreto Legislativo 24 febbraio 1997, n. 46 - Allegato I – Requisiti Essenziali. – Requisiti Generali” relativi alla normativa per la certificazione CE:
1.- i dispositivi devono essere progettati e fabbricati in modo che la loro utilizzazione non comprometta lo stato clinico e la sicurezza dei pazienti, né la sicurezza e la salute degli utilizzatori,
2.- le soluzioni adottate dal fabbricante per la progettazione e la costruzione dei dispositivi devono attenersi a principi di rispetto della sicurezza, tenendo conto dello stato di progresso tecnologico generalmente riconosciuto.

 



 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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